Il Carnevale altavillese nel '900

Tra la fine degli anni '60 e inizio anni '70, grazie al contributo determinante di Gianpiero Lorica e la moglie Anna Sica che insegnavano presso la Scuola Media di Altavilla, viene riscoperto il carnevale altavillese...           Le Foto del Carnevale

Altavilla ha avuto nel dopoguerra, e fino agli anni '70, manifestazioni carnevalesche ben preparate e molto sentite dagli altavillesi; la partecipazione dei cittadini era sempe attiva. Indimenticabili, per le generazioni passate, furono quelle organizzate da Don Ulderico Buonafine , autentico regista, che decideva i personaggi da interpretare e stilava il famoso testamento di Carnevale, alcuni dei quali sono ancora oggi gelosamente custoditi . Don Ulderico era sempre travestito da prete che elargiva benedizioni a tutti i presenti , soffermandosi , in particolare, presso le donne altavillesi. Uno degli attori principali era Biagio Leone, residente nel centro storico in prossimità di Piazza Antico Sedile, detto anche "Coria" per la sua passione nel mangiare grosse quantità di "coria" (cotica di maiale) il 17 gennaio, in occasione dell'accensione del fuoco di Sant'Antonio Abate. Biagio di solito apriva sempre il corteo carnevalesco suonando un tamburo e leggeva il testamento di Carnevale "sotto u sieggio" (Piazza Antico Sedile)lasciando il suo vaso da notte a qualcuno. La serata si chiudeva cantando "u prurito e marzo" (ricordo di Anna Guarino). Negli anni successivi , il corteo si snodava per le vie principali del paese per concludersi, poi , in piazza Castello dove veniva "celebrata" la morte di Carnevale (fantoccio di paglia) avvenuta dopo un intervento chirurgico andato male. La serata si concludeva con la lettura del testamento di Carnevale, in cui i "lasciti di Carnevale" erano diretti a notabili e politici paesani che venivano presi di mira con una satira pungente e raffinata. Dopo la morte di Don Ulderico la celebrazione del Carnevale fu ad opera di Menotti, famoso anche per i presepi natalizi, fino agli inizi degli anni '60. Ci fu un periodo in cui si perse tutto quanto avevano insegnato Don Ulderico e Menotti e poche furono le manifestazioni tenutesi in paese. Solo nel 1969 e negli anni successivi, grazie all'impegno di alcuni giovani come Franco Cennamo, Ninuccio Baione, Fernando Baione , Raffaele Rufo, Gerardo Broccoli, coordinati dal Prof. Lorica, che insegnava con la moglie alla scuola media di Altavilla e abitava in via Belvedere, la tradizionale sfilata venne ripresa con cortei veramente eccezionali. Il laboratorio per i preparativi era in Via Roma e si riusci addirittura ad organizzare anche alcuni carri ben preparati e trainati con "i tumber" della ditta Bello e Sacco. In particolare nel 1970 fu riprodotto anche il LEM (modulo lunare atterrato sulla luna nel 1969) dal quale venivano lanciati coriandoli e fiori. Oltre ai giovani altavillesi , la partecipazione dei meno giovani era vermanete eccezionale, basta ricordare Carmine Mangone, Carmine Conforti, 'Turuccio' Fasano, Michele Mastrangelo che rappresentando carnevale defunto, e durante il corteo si sveglio' esclamando "io ho morto". Alcuni personaggi erano diventati idoli per gli altavillesi, oltre a Gerardo Broccoli travestito da bambino con il grembiulino dell'asilo,con panierino e ciucciotto appeso al collo. Altro personaggio era Nicola Arietta travestito da Ridolini che guidava una vecchia bicicletta sulla quale era montato un ombrello nero al quale erano appesi slip da donna, calze velate, reggiseni. Mitico anche Giuseppe Di Maio vestito da donna veniva rincorso per le strade del paese e si rifugiava "sotto u sieggio" , oppure Pasquale Conforti con la fascia di Sindaco coadiuvato da assessori tutti sotto un ombrellone. Le sfilate, che partivano da Via San Francesco , abitazione di Sabatino D'Auria o da Via Belvedere (garage abitazione di Lorica), venivano fatte in una giornata infrasettimanale, e venivano poi replicata nella domenica successiva. Il clou era, naturalmente , l'ultimo giorno di carnevale e dopo la sfilata, la commemorazione di Carnevale veniva fatta in piazza, spesso nel largo adiacente il bar di Saverio Suozzo dove veniva letto il testamento di Carnevale. Lello Rufo ricorda il trestamento in cui Carnevale lascia al Dr. Molinare le siringhe, il clistere, l'ernia , i guarnimienti e la sputacchiera. L'attesa dei cittadini pero' era tutta per conscere il destinatario dell'adorata Quaresima. Negli anni successivi dopo il 1974, le manifestazioni carnevalesche diventarono meno folcloristiche, perdendendo cosi' il fascino della creatività altavillese. Per mantenere comunque la tradizione, spesso si organizzavano, ad opera delle maestre elementari e/o del circolo culturale Tre Torri, sfilate con bambini e/o rappresentazioni presso la sala "La Cisterna" dei fratelli Germano e Antonio Verrone.